Perché ancora oggi passiamo sotto le “Forche Caudine”

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Uno dei modi di dire più conosciuto, più ricorrente è forse più abusato è il detto “Passare sotto le forche caudine”, con cui si è soliti indicare il subire una grave umiliazione, come accadde per i Romani, sconfitti dai Sanniti durante la Seconda guerra sannitica. Un episodio bellico collocato fra il 326 e il 304 avanti Cristo. I Romani furono costretti a passare sotto tre lance incrociate (forche), abbassando il capo, disarmati e vestiti della sola tunica in atto di sottomissione al nemico, mentre questi li colpivano, fisicamente e apostrofandoli in malo modo.

Sulla storia esiste un’ampia documentazione che tenta d’individuare il luogo esatto dove accaddero i fatti. L’unica fonte che dia qualche informazione topografica, sono le parole di Tito Livio nel volume IX degli Ab Urbe condita libri, che raccontano la disfatta romana: si ritiene che Livio, non avendo dati a sufficienza, diede dei fatti una descrizione falsata per intenti, forse, propagandistici o letterari.
L’incertezza sui luoghi dove si svolse l’evento ha prodotto varie ipotesi; fra le città di Caserta e Benevento si trovano varie aree, dove secondo gli studiosi, si svolsero i fatti: Arienzo-Forchia-Arpaia, la Gola dell’Isclero.

Negli ultimi anni si è accreditata una suggestiva ipotesi che colloca le Forche Caudine, nella Piana di Prata, (se cercate su Google Maps vi è una chiara collocazione di un punto all’ingresso della Piana che riporta la dicitura Forche Caudine). L’ipotesi nasce dall’idea che l’episodio sia da collocare in questo preciso punto situato tra il territorio di Frasso Telesino, Tocco Caudio con al centro, la Piana di Prata. Nel XIX secolo, si fece strada l’idea che questo potesse essere il luogo delle Forche Caudine a seguito di una ipotesi, poi ripresa nel 1949 da Michele Di Cerbo, maggiore di fanteria dell’esercito, originario di Frasso: alcuni indizi, soprattutto di genere topografico, validerebbero e sosterrebbero l’ipotesi. Per mezzo di un volo sulla zona ed in seguito ad osservazioni sul territorio, il maggiore Di Cerbo ritenne che il luogo delle Forche Caudine fosse da indicarsi, proprio nella Piana di Prata:

L’idea è stata, in seguito, approfondita da uno scrittore locale appassionato di archeologia, Massimo Cavalluzzo, e da uno studioso di storia militare, Flavio Russo; i due, ricercatori, hanno ritenuto per diversi motivi che il luogo sarebbe la Piana di Prata. Secondo gli studiosi, i Romani, partiti alla volta di Lucera, avrebbero deciso di prendere la strada per superare il Taburno che appariva meno ovvia per i Sanniti che al contrario avrebbero pensato a un attraversamento della più importante, futura, via Appia. I Romani avrebbero, quindi, preferito la ripida salita di Frasso Telesino, meno frequentata che, nonostante tutto, non gli evitò la battaglia, la sconfitta e la pesante umiliazione.









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