Immagini dal Sannio: l’immenso patrimonio vitato del Sannio beneventano

Condividi articolo
Vigneti a Solopaca, foto di copertina di Gianluca Canelli

I numeri ci sono e sono anche alti. Ma non è certamente una novità, quella che sto per raccontare. Sannio e vino, un binomio perfetto che fa parlare il mondo intero. Le grandi catene di supermercato all’estero, nei loro scaffali, contengono DOC di Solopaca e Falanghina di Castelvenere e Guardia, e rinomati rossi del Taburno. E allora oggi facciamo un piccolo viaggio tra filari e odore di mosto, in questa immensa terra ricca di storia e gusto che è il Sannio, uno dei territori più vitati della Penisola, leadership nel comparto vitivinicolo di tutta la regione Campania. Un territorio rinomato che conta circa undicimila ettari di terreni vitati, quasi 10mila imprenditori vitivinicoli, e decine e decine di aziende imbottigliatrici ed etichettatrici, per la produzione di oltre un milione di ettolitri di vino prodotto. Migliaia di aziende impegnate nella produzione di uva, circa 160 cantine con più di 2mila lavoratori della filiera e un ricco programma di eventi nell’arco dell’anno solare, in cui predomina la sfilata dei carri realizzati ogni anno a Solopaca con i primi chicchi d’uva della stagione, durante la rinomata Festa dell’Uva. Non meno importante la rassegna enogastronomica Vinalia di Guardia Sanframondi.

Aglianico, Solopaca, Camaiola, Sommarello, Piedirosso, Agostinella, Falanghina, Coda di volpe, Malvasia, Palombina, Moscato di Baselice: questi sono solo alcuni esempi del patrimonio viticolo sannita. La regione Sannio ha delle colline immense e pittoresche e basta viaggiare nella splendida natura che la caratterizza, tra borghi ricchi di storia e cultura, per rendersi conto di quanto la viticoltura sia caratterizzante il suo territorio, principale fonte di sostentamento economico della sua popolazione. Quella di Benevento è la provincia più agricola della Campania, e al capoluogo sannita spetta il primo posto nella produzione di reddito in agricoltura, proprio nel comparto vitivinicolo. Le viti dominano e sovrastano le bellezze rurali della zona, specialmente nelle aree tra il massiccio del Matese e il Taburno, e dalle pendici del Taburno al fiume Calore. I vigneti sanniti si estendono in meravigliosi scenari, interrotti qua e là da altre colture e abitazioni. Alcuni di questi hanno piante ultracentenarie. Le viti sono il segno inequivocabile dell’identità culturale e sociale dell’intera comunità sannita.

L’Aglianico è il vitigno a bacca nera più diffuso nel Sannio beneventano e identifica perfettamente la vitivinicoltura sannita, essendo da secoli coltivato nelle aree a maggiore vocazione della provincia. È un vino tipicamente meridionale, introdotto dai Greci e splendidamente acclimatato in Campania nelle province di Avellino e Benevento. La sua coltivazione secolare ha selezionato l’Aglianico biotipo Amaro, da cui si ottengono alcuni dei vini sanniti più affermati e prestigiosi, primo fra tutti l’Aglianico del Taburno D.O.C.G. nelle tipologie rosso, rosato (l’unico rosato a D.O.C.G. italiano) e riserva, prodotto in tredici comuni sanniti. Oltre all’areale del Taburno, l’Aglianico è il vitigno principe di alcune produzioni enologiche di notevole pregio, come il Sannio D.O.C. e nelle sottozone Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Guardiolo.

La Falanghina è un vitigno a bacca bianca della Campania e la sua coltivazione si estende su un’area pari al 5% dell’intera superficie vitata della regione. La zona a maggiore vocazione, oltre ai Campi Flegrei e quella casertana, è proprio il Sannio beneventano. Il vitigno Falanghina deriva probabilmente da antichi ceppi greco-balcanici e sembra dovere il suo nome al suo portamento espanso per cui, tradizionalmente, la vite veniva legata a pali di sostegno detti falange, da cui Falanghina, vite sorretta da pali. Questo vitigno era quasi stato abbandonato nel corso dei secoli per poi essere rivalutato. Anche grazie alla Falanghina, il Sannio si è fatto conoscere nel mondo, e il suo rappresenta il vitigno base di molti vini di pregio della Campania, come i vini DOC Guardiolo, Solopaca, Taburno. Un vino molto utilizzato anche per la produzione di spumanti nelle stesse denominazioni di origine. La Falanghina del Sannio, dal suo caratteristico colore paglierino, è coltivata soprattutto in zone collinari caratterizzate da un clima caldo e molto secco e si caratterizza per la grandezza dei suoi grappoli, oblunghi oppure tondeggianti.

Acini di Camaiola, foto tratta da igrandivini.com

Castelvenere, con oltre il 60% della superficie vitata totale, è proprio il territorio più vitato della Campania e tra i più ricchi e pregiati d’Italia. È qui che si produce la Camaiola, in passato conosciuta come Barbera del Sannio, vino violaceo e profumato che nasce da un vitigno autoctono. Guardia Sanframondi e Solopaca la seguono a ruota, e La Guardiense e la Cantina sociale solopachese sono le più importanti realtà cooperative della Campania e tra le principali del Mezzogiorno. La prima è una cooperativa con circa 1.000 soci, poco più di 60 anni di storia, fondata nel 1960 da “33 soci coraggiosi e lungimiranti”. È una delle più grandi d’Italia e ha un considerevole quantitativo di vino prodotto annualmente: milioni e milioni di bottiglie vendute a livello nazionale e nei principali mercati internazionali. La Cantina di Solopaca è una cooperativa agricola tra le più antiche della Campania, che con i suoi 120mila ettolitri di vini prodotti è ai primi posti nella produzione regionale. Nel suo territorio, già nel 1100 alcuni documenti parlavano dei vuttari di Solopaca, coloro che avevano a che fare con le botti di vino, le votti appunto. I suoi vigneti sono ubicati in un vasto comprensorio che parte da Solopaca e coinvolge altri sedici comuni limitrofi, raggiungendo una superficie vitata totale di circa 1.300 ettari. Qui viene coltivato il Solopaca DOC, primo vino nel Sannio ad aver ottenuto il riconoscimento di origine controllata (D.O.C.).

Sannio Falanghina “Città europea del Vino 2019” è il prestigioso riconoscimento assegnato al territorio beneventano da Recevin, ossia la rete delle 800 Città del Vino presenti in undici Paesi europei. Si tratta di un importantissimo distretto del vino comprendente ben ventitré territori sanniti. Sono cinque i comuni che hanno sostenuto la candidatura (Guardia Sanframondi, Castelvenere, Solopaca, Sant’Agata de Goti, Torrecuso) e diciassette quelli che hanno deciso di aderire all’associazione Città del Vino (Benevento, Telese, Montesarchio, Dugenta, Amorosi, Bonea, Campoli del Monte Taburno, San Lorenzo Maggiore, Melizzano, San Lorenzello, Faicchio, San Lupo, Cerreto Sannita, Vitulano, Frasso Telesino, Paupisi, Foglianise, Ponte), oltre alla Provincia di Benevento. Floriano Panza, coordinatore dell’evento che nel 2019 era sindaco di Guardia Sanframondi, nel maggio del 2019 è stato onorato del Premio VitignoItalia“per aver trasformato la vocazione vinicola di un’area in un progetto di cooperazione territoriale capace di contaminare e coinvolgere imprese e operatori, istituzioni e cittadini, dando vita in Campania ad un vero e proprio distretto del vino, sostenibile e responsabile”. Un riconoscimento che punta sulla promozione e sulla stimolazione dei processi di contaminazione culturale e sui temi della sostenibilità nel comparto vitivinicolo, come leva strategica di sviluppo.









Print Friendly, PDF & Email