#iorestoacasa ma vado a… Cerreto Sannita

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In questo primo giorno di primavera la voglia di uscire predomina in ognuno di noi, eppure siamo costretti ad ammirare la bella stagione dal nostro balcone. L’iniziativa di #iorestoacasa ma vado a… ci aiuta a passeggiare, seppur virtualmente, fra le bellezze dei nostri borghi, spesso poco conosciuti, nonostante la vicinanza. Spesso, invece, conosciamo a menadito angoli, vicoli e piazze, ignorandone gli aspetti culturali che li caratterizzano e che si celano in essi. Ringrazio in anticipo gli autori di tutte le fotografie, e un particolare ringraziamento va a Mario Sagnella e Fabio Del Vecchio per la pazienza che hanno avuto nel rispondere alle mie tante curiosità, in seguito riportate. Oggi #iorestoacasa ma vado a… Cerreto Sannita, splendido gioiello del Sannio beneventano, alle porte del Parco regionale del Matese, nell’alta Valle del Titerno, ricco di storia, cultura e fascino, dapprima feudo della famiglia Sanframondo, poi dei Carafa che la eressero a “Civitas totius superioris state metropolis”, ossia città capoluogo della contea superiore.

Cerreto Sannita è “Città di fondazione” in quanto, dopo il terremoto del 5 giugno 1688, che distrusse completamente la città medievale, oltre a molti paesi vicini, non fu ricostruita seguendo il modello del paese distrutto, ma uomini lungimiranti come il Conte Marzio Carafa e il vescovo De Bellis, decisero che bisognasse partire da zero, costruendo il paese leggermente spostato rispetto al sito originario, e dando all’architetto Giovanni Battista Manni, ampia libertà nella nuova progettazione. Non più, quindi, un paese arroccato attorno al castello, come accaduto con altri paesi del vicinato, tra i quali la bella Guardia Sanframondi, ma un impianto urbanistico assolutamente nuovo. Cerreto fu abitata già nella Preistoria, come testimoniato dagli scavi archeologici presso la bellissima Leonessa, la Morgia Sant’Angelo che, ai limiti delle contrade Cerro e Cese, volge le spalle al Monte Coppe. Acquisì un ruolo di fondamentale importanza quando, a seguito del terremoto del 1349, la città di Telesia cominciò il suo lento declino, per via delle asfissianti esalazioni che provenivano dal suo suolo. I superstiti, per evitare di andare incontro alla morte, si trasferirono nei centri più vicini. Anche i vescovi abbandonarono Telesia e vagarono nella diocesi in cerca di una dimora stabile che, alla fine, trovarono nel XVI secolo a Cerreto. Dell’antica Cerreto, quella prima del terremoto del 1688, restano visibili pochi ruderi fra cui il Torrione che aveva funzioni carcerarie, e la “Tinta”, antico opificio, oggi straordinario esempio di archeologia industriale, realizzata nel 1712. Il Ponte di Annibale, ad arcata unica a tutto sesto, sul torrente Titerno, fu realizzato in epoca romana e fu luogo di decisive battaglie durante le guerre puniche; pare che Fabio Massimo e Annibale lo abbiano attraversato, da cui il suo nome.

Cerreto Sannita è nota per i vasti uliveti e per la produzione del suo olio extravergine d’oliva, che avviene in quattro frantoi visitabili nel mese di novembre in occasione dell’iniziativa Le domeniche dell’Olio”. Le sue campagne, oltre ai maestosi ulivi, sono ricche di vigneti e frutteti, e ci immergono in uno scenario di pace e bucolico, nel quale, qua e là, sorgono diverse aziende agrituristiche, grazie alla cui artigianalità e maestria gastronomica, lasciano degustare diversi prodotti tipici. Nel territorio di Cerreto sono presenti, inoltre, numerose botteghe di ceramisti che continuano a riprodurre il vasto repertorio della ceramica artistica tradizionale di Cerreto Sannita e di San Lorenzello. La ceramica cerretese, infatti, ha antiche origini anche se il periodo più florido è successivo al terremoto del 1688, quando molti “faenzari” napoletani diedero vita a una nuova arte ceramica maggiormente fastosa e baroccheggiante. Cerreto è stata socio fondatore dell’AICC, Associazione Italiana Città della Ceramica. Il suo centro storico regala bellissimi e suggestivi scorci, in stile tardo barocco, e le sue strade si intersecano sul modello romano di cardini e decumani. Cerreto viene anche chiamata la “Piccola Torino”, perché il suo schema interno è fortemente somigliante al centro storico del capoluogo piemontese, come notò un funzionario borbonico che le fece visita nel 1842.

Numerose, importanti e caratteristiche sono le sue chiese: la Chiesa Cattedrale, probabile opera di Bartolomeo Tritta, autore anche del monumentale scalone della Chiesa di San Martino, la cui costruzione ebbe inizio nel 1691; la Collegiata di San Martino, costituita nel 1544 a seguito dell’unione di sei parrocchie, la Chiesa di Sant’Antonio, la sconsacrata Chiesa di Maria SS. di Costantinopoli, la Chiesa di San Gennaro, oggi sede del Museo civico di arte sacra, la Chiesa di Santa Maria Monte dei Morti, la Chiesa di San Rocco, l’ex Monastero delle Clarisse, il Santuario della Madonna delle Grazie, e chiese dedicate a Sant’Anna, a San Giovanni Battista, alla Madonna della Libera, alla Madonna del Carmine, a San Giuseppe e alla Madonna del Pianto. Tra i suoi illustri palazzi, il Palazzo del Genio, un tempo sede di un teatro intitolato al Genio italico, che oggi ospita la Biblioteca del Sannio, la Taverna Ducale, il Palazzo Sant’Antonio, sede degli uffici comunali e del Museo civico e della ceramica cerretese, il Palazzo vescovile e il Seminario diocesano, sede anche della Biblioteca diocesana, in cui sono raccolti oltre 10 mila volumi, il Monte di Pietà, il Palazzo Ciaburro, che ospita la Comunità Montana del Titerno, Palazzo Ungaro, Palazzo Carizza, Palazzo Ciaburri e molti altri. Numerose anche le sue Fontane, dotate di mascheroni e lavorate in pietra. Una fra tutte, ricordiamo la Fontana dei delfini in Piazza San Martino, nota anche come Fontana Masaniello, acquistata a Napoli nel 1812, dalla quale Masaniello arringava la folla in piazza Mercato. La più antica associazione della cittadina sannita è la Società di Mutuo Soccorso, principalmente conosciuta come Società Operaia, fondata dall’On. Michele Ungaro il 3 marzo 1881, che tutt’oggi ospita una biblioteca e un archivio contenenti testi storici cerretesi. A seguire, il Circolo d’Arte, nato come Società di agricoltori alla fine del XIX secolo.

Ogni anno, il 13 giugno, si celebra la festività in onore di Sant’Antonio di Padova, santo patrono di Cerreto Sannita, ma le festività religiose della cittadella sono tante: la festa del Redentore, della Madonna delle Grazie, della Madonna della Libera, quelle dedicate a Sant’Anna, all’Immacolata, a San Rocco, a San Giovanni, conosciuta come “A nott’ d’a ‘Nzilla”, la festa della Santa Croce, detta della Crocella. Particolare rilevanza a carattere gastronomico sono le manifestazioni “Dalla Piazza alla brace”, ogni anno a fine estate, il cui obiettivo è quello di avvicinare turisti e visitatori al territorio e ai suoi prodotti tipici, la Sagra degli Asparagi e la già citata rassegna “Le domeniche dell’olio”. Cerreto Sannita fa parte delle quaranta città coinvolte nella manifestazione “Buongiorno Ceramica” che si svolge ogni mese di maggio in tutta Italia e che mira alla scoperta di artisti, maestri, artigiani, musei e scuole su tutto il territorio nazionale.

GALLERIA FOTOGRAFICA DI CERRETO SANNITA

La Cattedrale della SS. Trinità, sede vescovile. Foto di Mario Sagnella.

La Chiesa di San Gennaro, oggi sede del Museo civico di Arte Sacra. Foto di Fabio Del Vecchio.

Piazza San Martino, con le sue bellissime particolarità: una base di colonna esagonale in refrattario maiolicato, con scorci e decori settecenteschi, a opera della Bottega Giustiniani di San Lorenzello; la Fontana dei delfini innevata. Foto di Mario Sagnella e Andrea Ferrigno.

Il Ponte di Annibale, uno spettacolo innevato di età romana. Foto di Giuseppe Del Nigro.

La Morgia Sant’Angelo, conosciuta come la Leonessa, straordinario felino in roccia, in questo caso innevato. Foto di Nicola Conte.

L’antico Torrione, con vista del Santuario della Madonna delle Grazie. Foto di Andrea Ferrigno e Fabio Del Vecchio.

Cerreto Sannita vista da Monterbano. Foto di Mario Sagnella e Fabio Del Vecchio.

Un laboratorio di falegnameria, nella Chiesa sconsacrata di San Giuseppe. Foto di Mario Sagnella.

Chiesa di San Rocco, interno e navata. Foto di Mario Sagnella.

La sede della Società Operaia, in stile neoclassico, con il porticato retto da cinque robuste colonne in pietra locale lavorata. Foto di Andrea Ferrigno.

Vista dall’alto di una Piazza San Martino innevata. Foto di Fabio Del Vecchio.

Ex Convento delle Clarisse, risalente al XIV secolo. Foto di Mario Sagnella.

Stemma in pietra decorata di Palazzo Franco, già appartenente alle famiglie Di Petto e Biancolillo. Foto di Mario Sagnella.

Edicola votiva del 1777, di autore sconosciuto raffigurante l’Immacolata, Sant’Antonio e San Michele Arcangelo che sconfigge il diavolo. In passato, è stata smontata e poi rimontata in malo modo, entrando così nella grande lista di oggetti di interessi artistici deturpati. Foto di Mario Sagnella.

Cerreto, vista tra i suoi maestosi ulivi. Foto di Mario Sagnella.

Corso Carafa, in fondo a sinistra la Chiesa di Maria SS. di Costantinopoli. Foto di Fabio del Vecchio.

Volta con putti di Francesco Celebrano, Palazzo Ungaro. Foto di Mario Sagnella.

Vico Antonello da Cerreto, ex Vicolo Pellieri, comunemente detto Vico da Conceria. Foto di Mario Sagnella.

Vista di Piazza San Martino e del Palazzo del Genio. A destra la Collegiata di San Martino. Foto di Mario Sagnella.

La Collegiata di San Martino di sera. Foto di Andrea Ferrigno.

La Tintoria ducale, conosciuta come “Tinta”, esempio di archeologia industriale. Foto di Mario Sagnella.

Il Campanile di Santa Maria dei Morti visto dall’Istituto Leone XIII. Foto di Andrea Ferrigno.

Particolare di Palazzo Carrizzi, secolo XVIII, rosta in legno in stile Rococò, con elementi floreali che nascono dal putto centrale. Foto di Mario Sagnella.

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