Giro d’Italia: il Sannio e la Città del Vino, Guardia Sanframondi, hanno conquistato il mondo

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Prima di stendere queste righe ho avuto la necessità di prendermi una pausa dal lavoro e guardare, fare ricerche, analizzare media nazionali, internazionali e locali, studiare, apprendere, soffermarmi su questo fantastico e lungimirante evento, sull’impatto mediatico che ha avuto, valutare. Il Sannio ha vinto. Ha vinto paesaggisticamente e ha vinto con il calore e l’ospitalità della sua gente. Lo diceva anche il telecronista della Rai, nel suo eccellente racconto di cultura, leggende e tradizioni del Sannio: il Sud conquista sempre, le terre sannite, il suo popolo, i suoi colori e la sua festosità hanno stregato. Dal Sannio matesino, quello di Guardaregia e Bocca della Selva, con la sua natura rigogliosa e il verde dominante, una lunga discesa verso l’area telesina, percorrendo Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita. Telese Terme è stata l’ultima tappa pianeggiante perché, tra vigneti e cantine tufacee, Castelvenere, in salita, ha restituito allo spettatore l’immagine di quella Terra del Vino che inizialmente, con l’ideazione e l’istituzione di questa tappa, si voleva andare a valorizzare agli occhi del mondo. Missione riuscita. L’esempio di uno degli sport più sostenibili ha puntato i riflettori sui vigneti delle nostre zone, sulla Terra della Falanghina. Corridori che sfrecciavano tra bellissimi filari, rigogliosi spazi e campi aperti, e che, mentre salivano verso Guardia Sanframondi, mostravano alle spalle la bellissima immagine della Dormiente incantata. E proprio lei, Guardia, più di tutte, ha vinto. La Città del Vino del Sannio ha mostrato agli occhi del mondo una incantevole cartolina di bellezza, eccellenze, cultura, arte e tradizioni. La cittadina addobbata in rosa ha visto dominare la grinta e la tenacia del francese Victor Lafay, e ha riconfermato la maglia rosa dell’ungherese 23enne Attila Valter, prima del passaggio del testimone a Egan Bernal in terra abruzzese. Il sogno in rosa di un intero e meraviglioso territorio, che ha acceso la curiosità di tante persone, amanti della natura, dell’ecoturismo, della storia di questa terra di tradizioni e passioni. Una carovana di corridori che, con l’impeccabile macchina organizzativa del Giro d’Italia, prima di avventurarsi nelle terre della Majella, ha saputo apprezzare e dare lustro alla Valle del Vino sannita, che continua a stupire e affascinare. E il mondo se ne accorge sempre di più.









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