C’è sempre il sole a Guardia Sanframondi, anche quando non si vede

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Non puoi capire Guardia se non ci sei nato, o se non l’hai vissuta almeno per un giorno. Non puoi capirla se non ci hai lasciato il cuore, se non ne hai mai sentito profumi, suoni e sapori. Non puoi capirla se non ti sei fermato a osservare, ascoltare le voci, gli sguardi che parlano e scrutano, le persone di cuore che ci vivono, gli amici di sempre e quelli del domani. A Guardia Sanframondi c’è sempre il sole, anche quando piove. Anche quando la fresca terra dei suoi campi e orti diventa fanghiglia, anche quando la grandine picchia con veemenza i suoi frutti. C’è il sole quando l’agricoltore, il padre di famiglia, la mattina dopo la tempesta, si rende conto che molto è andato perduto, eppure si rialza e immagina come rimediare al malfatto. A Guardia c’è il sole quando l’arcobaleno rischiara il cielo, e fa da ponte fra il Monte Taburno e i monti del Matese: un ponte colorato da percorrere, per guardare giù, e meravigliarsi incantati di tanta bellezza, tra ordinati filari e perle architettoniche. A Guardia splende sempre il sole che si affaccia dal fortilizio a guardia di tutta la valle, quel castello che è il punto fermo di tutto il circondario, lì sulla collina che avvolge in un abbraccio il pezzo di Sannio più bello e ricco che la nostra provincia possiede. Guardia ha il sole anche nelle tempeste, ha il sole dentro ogni casa, nel cuore dei suoi cittadini fiduciosi e nobili d’animo. Guardia si sveglia la mattina presto e non si ferma, non molla, sa come affrontare la giornata di pioggia, sa come districarsi tra diluvio e intemperie, tra risorse da incentivare e qualche risata amara da celare.

Guardia è un battito di cuore che pulsa ogni sette anni, ma che le fa eco ogni giorno. Guardia è quell’ebbrezza di affacciarsi dal belvedere Costarella e padroneggiare sull’immensità ai suoi piedi. Guardia è una carezza nascosta tra le parole più belle che la descrivono, è una litania cantata nelle assolate giornate di agosto, è i passi di uomini illustri e cantori, che ne cantano e decantano la bellezza. Guardia è un’amica cordiale, è la gentilezza di un amico, è il conforto materno, è un cuore che vibra. Guardia è un bacio mai dato, è il gorgoglìo delle cascatelle del Ratello, è i suoi vicoli di pietra, è una speranza nascosta, è l’amore di chi sa prendersene cura, è il profumo di mosto e di una bottiglia appena stappata. Guardia è la sua storia, la sua cultura, la sua lingua ruvida. Guardia parla tante lingue straniere, è eclettica, è multietnica, eppure è legata alle sue radici, a quelle tradizioni che non muoiono mai. Guardia non si arrende, Guardia si illumina di luce propria e il sole che vi risplende è soltanto lo specchio di ciò che ha dentro di sé. Guardia vive, Guardia si difende, Guardia sa come rialzarsi, Guardia non capitola mai. Guardia è il ragù della domenica, è un bicchiere di Falanghina, è quelle chiacchiere avanti a un camino, è quelle voci del mercato che fanno compagnia al visitatore disattento e scanzonato. Guardia è la “straordinaria gemma del Sud”, Guardia si difende con la sua magnificenza. Guardia è “il borgo antico baciato dai belli”. Guardia è una sirena ammaliatrice, e sa come incantare.

C’è sempre il sole a Guardia Sanframondi, anche quando non si vede: un sole che la riscalda e la protegge, un sole che sa accarezzarla e starle accanto anche quando il cielo è scuro. C’è il sole che fa capolino ed è pronto a ritornare, che osserva da lontano, la guarda, la soccorre e non la lascia. Il sole che sa aspettare, il sole che ama e che è amato. Anche il sole, a Guardia, diventa più bello. Il sole che irradia e che le dà luce, il sole che si nasconde dietro le nubi e che, prima o poi, torna. Il sole che le ricorda quanto è bella, quanto è grande, e che non la lascia mai sola. Guardia si sveglia assonnata, nelle incertezze quotidiane. Guardia a volte ha paura. Ha paura di perdere la sua bussola, ha paura di svegliarsi e di cedere, ha paura di un virus prepotente, di un raccolto danneggiato dal maltempo, ha paura ma non gliela dà vinta; a volte teme un cielo plumbeo e minaccioso, eppure non ha paura di guardare oltre. Si arma di sorriso, il migliore che possiede, celato da una mascherina che mai può nasconderne la ricchezza. Perché c’è sempre il sole a Guardia Sanframondi: e anche quando non si vede, prima o poi torna sempre a risplendere. Il sole, a Guardia, ritorna sempre.

In copertina, foto di un dipinto di Giacobbe Falato. Scendendo da piazza Croce, il luogo delle mie mille ispirazioni.









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