Le nfrennule, tarallucci salati a forma di otto

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Foto di Filomena Stasi

Quante volte abbiamo raccontato della tradizione dei taralli sanniti, ma è la prima volta che ci soffermiamo sulle ‘nfrennule. Un nome nuovo per molti, ma non per chi vive a Sant’Agata de’ Goti, Moiano, Dugenta, Limatola. Una appetitosa bontà salata che se viene accompagnata a un buon bicchiere di Falanghina locale è ancora meglio! In fondo, il detto “tarallucci e vino” deve avere il suo perché…

Tarallucci sì, ma non i soliti biscotti rotondi. Di origine antica, il termine deriva probabilmente dalla forma che richiamava il frenulum, che al nominativo plurale faceva frenula, una sorta di briglia che veniva utilizzata già nel Medioevo per domare i cavalli. Essa veniva messa sotto alla loro lingua e probabilmente fu inventata dai Normanni che passarono in territorio caudino. Sembra che a inventare il biscotto sia stato proprio un domatore di cavalli che le regalò in segno di pace a un suo eterno rivale. Dopo una ennesima disputa, fu organizzato un banchetto dove questi biscotti e del buon vino troneggiavano: i dissidi finirono di colpo, da qui il detto “finire a tarallucci e vino”. Ancora oggi il vino è il migliore accompagnatore delle ‘nfrennule, e spesso i biscotti vengono inzuppati in un ottimo vinello locale.

Alcuni invece vedono nella particolare forma a otto delle ‘nfrennule la simbologia della unione familiare, una sorta di forma dell’infinito, o anche due fedi intrecciate, tanto che in passato venivano preparate in occasione delle più importanti festività e per i ricevimenti di nozze. Probabilmente la forma a otto veniva scelta per praticità, perché questi taralli venivano infilati a mo’ di collana, un po’ come la tradizionale ‘nzerta di San Lorenzello.

Pasta lievitata a base di farina 00, olio extra vergine di oliva, sale, lievito di birra e vino bianco, sono gli ingredienti indispensabili per prepararli. Ingredienti tipici e a chilometro zero che danno la possibilità di ottenere e degustare un ottimo prodotto, dal colore dorato ma con richiami bruni e lucenti, grazie alla presenza dell’olio extravergine di oliva.

Ricetta tratta da I Templari Del Gusto. Ingredienti: 1 kg di farina 00, 250 g di olio evo, 250 g di vino bianco secco, 200 g di acqua tiepida, lievito di birra 15 g, n pugno di semi di finocchietto, sale q.b. Procedimento: sciogliere il lievito di birra nell’acqua tiepida e aggiungere alla farina. In seguito, aggiungere vino, olio, sale, e semi di finocchietto. Lavorare e impastare fino a ottenere un impasto compatto e omogeneo. Lasciar lievitare per un paio di ore, una volta trascorso questo tempo realizzare dei bastoncini e formare le nostre ‘nfrennule con le mani. Adagiare su carta da forno nella teglia e infornare a 220° fino a che non si colorano, poi abbassare un po’ la fiamma a 130/140° per farli biscottare.

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