Guardia, Fiorenza Ceniccola: “Una piazza per ricordare il dottore Carlo Tessitore”

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Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola, Consigliere Comunale Forza Italia – Guardia Sanframondi
Il dottore Carlo Tessitore

Oggi 22 ottobre si celebra la Giornata missionaria (che coincide con la memoria di san Giovanni Paolo II) e l’occasione è buona per rinnovare l’appello al Sindaco di Guardia Sanframondi di dedicare un luogo pubblico alla memoria del dottore Carlo Tessitore (sarebbe giusto dedicargli l’attuale piazza Roma prospiciente la casa dove il 18/8/1896 nacque il dott. Tessitore) che è stato un “missionario” ante litteram ed ha pagato con la vita questo suo impegno verso le popolazioni dell’Africa.

Il dottor Carlo Tessitore, illustre medico tropicalista, è morto nel Congo Belga, l’attuale Zaire, il 17/2/1939 e “Le Courier d’Afrique”, alla sua morte, aveva definita la sua missione tropicale “come un sacerdozio” perché non aveva esitato a donare la sua vita per salvare gli altri.

Vale la pena ricordare che il dottor Carlo Tessitore considerava la Vita, una “Retta che sale ed allora è bella ed è feconda solo quando tende a Dio”. In poche parole, siamo dinanzi ad un luminoso esempio di quella santità della porta accanto di cui ha parlato Papa Francesco nella esortazione apostolica Gaudete et Exsultate.

Quando la professione si esercita come missione, “come un sacerdozio”, allora, non solo l’intera persona viene ad essere curata, cioè corpo e spirito, ma il medico ne condivide le ansie, le trepidazioni, le ore drammatiche che vive la comunità familiare, ne rimane segnato, in certo qual modo, sostituisce l’azione del Sacerdote: l’essere ritenuto uno di casa, riceve confidenze anche delicate. Egli, allora, agisce come il “Buon Samaritano”, il quale sa versare sulle ferite fisiche e morali il “vino e olio” della sua umanità, ancor più se cristiana.

Questo è quello che ha fatto il dottor Carlo Tessitore nella sua breve vita terrena ricevendo innumerevoli attestazioni di Stima e Riconoscenza da uomini potenti della Terra come per esempio il Presidente della Repubblica francese e la Regina Elisabetta del Belgio. E allora una domanda nasce spontanea: questo specifico caso di bontà missionaria perché non è ricordato dalla comunità guardiese in occasione della Giornata missionaria per offrirlo come esempio da emulare?









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