Pillole dalla zona rossa: Solopaca, la regina dell’uva

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Autunno, odore di mosto, di bottaie e tini, di torchi e di terra fredda, nuda, calpestata e profumata. Profumo di vino, quei sapori, quel frammisto di tenui e forti sentimenti che si provano dinanzi ad acini stralciati, o dinanzi a bicchiere che si fa decantare. Solopaca è lì, distesa sul Monte Taburno ad ammirarci e a ricordarci che è lei una delle regine assolute della terra del Vino sannita. Vieni con me.

Complesso del SS. Corpo di Cristo, foto della Pro Loco di Solopaca

Poco più di 3.000 abitanti eppure è rinomata nel mondo grazie alla sua tradizione vitivinicola. Un borgo caratteristico per la sua forma stretta e lunga, nel quale sono conservati gioielli architettonici di alto prestigio. Città del Vino, nel 2019 ha fatto parte del territorio di Sannio Falanghina “Città Europea del Vino 2019”, il prestigioso riconoscimento assegnato al territorio beneventano da Recevin, ossia la rete delle 800 Città del Vino presenti in undici Paesi europei. Ed è proprio il vino una delle più importanti risorse del territorio solopachese. Qui è presente una delle più antiche Cooperative agricole della Campania, La Cantina di Solopaca che, con i suoi 120 mila ettolitri di vini prodotti, è ai primi posti nella produzione regionale. Nel suo territorio, già nel 1100 alcuni documenti parlavano dei vuttari di Solopaca, coloro che avevano a che fare con le botti di vino, le votti, appunto. I suoi vigneti sono ubicati in un vasto comprensorio che parte da Solopaca e coinvolge altri sedici comuni limitrofi, raggiungendo una superficie vitata totale di circa 1.300 ettari. Qui viene coltivato il Solopaca DOC, primo vino nel Sannio ad aver ottenuto il riconoscimento di origine controllata (D.O.C.).

Ed è proprio a Solopaca che si svolge una delle più importanti manifestazioni legate al vino, la Festa dell’Uva che fin dalla sua prima edizione del 1979, si caratterizza per uno scenario unico e suggestivo, con la sua sfilata dei carri preceduta dalle autorità con i gonfaloni dei comuni confinanti, seguiti dal corteo storico di sbandieratori e musicanti. Tipici i banchi gastronomici allestiti per l’occasione, per gustare i piatti della cucina contadina, come i cavati, tipici gnocchi di farina altrimenti nominati cavatelli, salsicce alla brace, peperoni imbottiti, struscioli, una specie di bigné rustici, ovviamente accompagnati da tanta uva e dal buon vino solopachese. Un’altra caratteristica manifestazione è La Ballata dei Briganti con la rievocazione degli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni e le scorrerie dei briganti che infestavano i monti del Taburno e del Matese. San Martino di Tours è il santo patrono e, per l’occasione, si svolge una rinomata fiera nella quale acquistare e gustare la tradizionale coppeta, erede della cupeta beneventana, tradizionale torrone bianco, alto e doppio.

Foto di Nicola Conte

In copertina, Chiesa della Madonna del Roseto, foto offerta dalla Pro Loco di Solopaca









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