Telese e la vecchia via Starace: ecco perché la strada fu intitolata al Segretario fascista

Condividi articolo

Il 18 marzo 1934 il piccolo borgo di Telese, che contava meno di mille abitanti, dalle strade fangose che di notte mancavano di illuminazione, dove la chiesa era cadente ed al cimitero, non protetto da mura, i cani facevano scempio delle ossa dei defunti, ottenne l’autonomia dal vicino capoluogo di Solopaca. L’autonomia culminerà in una grande festa che per l’occasione vide l’arrivo del Segretario Politico Nazionale del Partito Fascista, Achille Starace.

Ad Achille Starace fu intitolata una delle strade principali del Comune, l’attuale via Caio Ponzio Telesino, quella sulla quale s’affaccia l’odierno Liceo Scientifico e che quelli della mia generazione hanno continuato a chiamare, comunemente, così almeno fino agli anni ’80, una denominazione che ancora rimane nella memoria di molti “anziani” telesini che per facilità, nostalgia o altro, a volte, continuano a ricordarla come via Starace.

Starace: chi era costui? Achille Starace è stato uno dei personaggi più importanti del fascismo, nativo della frazione Sannicola di Gallipoli, dove la sua famiglia di origini napoletane (originaria di Vico Equense) si era trasferita per motivi di lavoro del padre. Il Duce, nel 1939, gli affidò l’incarico di Segretario del Partito. Durante la presidenza del CONI di Achille Starace, la Nazionale di calcio vinse per due volte il Mondiale di calcio e vinse l’oro olimpico a Berlino nel quadriennio 1934-1938, il ciclismo divenne uno sport d’eccellenza grazie ai successi incredibili di Bartali, il nuoto ebbe in Ondina Valla la sua migliore interprete, il pilota mantovano. Tazio Nuvolari ed il pugile Primo Carnera portarono l’Italia all’attenzione mondiale. Alla fine della guerra, si trasferì a Milano, non vide mai più Mussolini.

Starace viveva in condizione di estrema povertà, mangiava alla mensa dei poveri come tanti ma nel frattempo non aveva perso le sue abitudini, ovvero la corsa. Tutte le mattine usciva di casa in tenuta sportiva per fare la sua corsetta.

La mattina del 28 aprile 1945, uscì di casa e si mise a correre ma poco dopo da un camioncino uscirono dei partigiani a caccia di fascisti che avendolo riconosciuto lo arrestarono. Fu portato in un’aula del Politecnico di Milano, processato venne condotto a piazzale Loreto, dove tra i sette cadaveri appesi c’era anche quello di Mussolini: fu appeso alla pensilina come gli altri. Non avrebbe mai immaginato che il suo cadavere, un giorno, fosse stato messo accanto a quello del suo Duce.

Curiosità; fu di Starace l’idea di tenere accesa anche di notte la luce dello studio di Mussolini a piazza Venezia, per far capire agli italiani che il Duce non dormiva mai e che era sempre al lavoro. Starace fu l’ideatore del “Sabato fascista”. Starace introdusse la sostituzione della stretta di mano con il saluto romano









Print Friendly, PDF & Email