Immagini dal Sannio: i Misteri di Campobasso, quadri viventi del Corpus Domini

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Rappresentazione dei Misteri, foto tratta da molise.guideslow.it

Il Concilio Vaticano II individuò solennità del Corpus Domini nella seconda domenica dopo la Pentecoste. Una celebrazione molto importante nella quale la Chiesa stabilisce la sua origine nella comunione con Cristo. A Campobasso una tradizione secolare denota la sacralità dell’evento. Si tratta dei Misteri, tipiche rappresentazioni sceniche a cielo aperto, un teatro involontario alla luce del sole, rappresentanti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Generalmente i Misteri sono rappresentazioni di origine medievale a carattere sacro, in lingua volgare, attestate in Francia dal secolo XI che venivano eseguite durante solennità religiose. Forme artistiche affini al teatro, che hanno avuto origine quando il vero teatro classico, quello greco – romano, vide la sua decadenza, con un periodo statico nell’intero periodo medievale. Fu col finire del “secolo buio”, in pieno Rinascimento, che ripresero vita alcune rappresentazioni teatrali che costituirono le basi del teatro moderno e di quello che oggi conosciamo. I Misteri nacquero con l’intenzione di dare manifestazione di fede, la propria fede e religiosità, ma anche di educare le masse, prevalentemente analfabete, con nuovi spettacoli che potessero suscitare l’interesse di tutti. Essi talvolta vengono definiti anche “quadri” e sono la rappresentazione scenica e vivente, all’aria aperta, di quelle più statiche caratterizzate da statue, sculture e dipinti all’interno delle chiese, immagini sacre custodite negli edifici atti alla preghiera.

Le prime notizie che si hanno dei Misteri nel capoluogo molisano risalgono al XVIII secolo, quando il feudatario si recò in visita alla città. In quella occasione le principali corporazioni cittadine di artigiani istituirono dei Trionfi per le vie urbane città. L’architettura scenica dei Misteri campobassani è frutto della creatività di Paolo Saverio Di Zinno, che nel 1740 diede prova di bravura e maestria come scultore e progettista in città. Di Zinno, dallo spirito altamente ingegnoso, immaginò e in seguito costruì degli “ingegni”, macchine composte da una base, la “barella”, da cui si dipartono tubi di una lega metallica di cui non si conosce la natura. Tali strutture flessibili e resistenti si presentano alla stregua di carri allegorici sui quali vengono rappresentate scene tratte dalla Bibbia. Esse vengono utilizzate ancora oggi e sono in grado di sostenere il peso delle persone a esse imbracate. A ogni imbracatura viene posto un bambino, che può personificare un angioletto o un diavolo, un santo o un altro personaggio sacro o della Bibbia, che sembra sospeso nel vuoto grazie al costume che indossa che nasconde la complessa struttura e tutte le imbracature esistenti. Sulla base del Mistero sono presenti altri personaggi, anch’essi talvolta interpretati da bambini, ma anche da adulti o anziani. Ogni Mistero raggiunge i sei quintali di peso e viene trasportato in spalla da un alto numero di fedeli che avanzano al ritmo scandito dal “capo mistero”, cadenzato dalla marcia tratta dal Mosè di Rossini eseguita dalla banda musicale. Di Zinno ideò ben ventiquattro Misteri ma sei non superarono il collaudo e altri sei, rappresentanti il Corpo di Cristo, chiamato “il Calicione” a causa della presenza di un grosso calice, la Ss Trinità, Santa Maria della Croce, la Madonna del Rosario, Santo Stefano e San Lorenzo, furono distrutti a causa del crollo degli edifici in cui erano conservati durante il terribile terremoto del 1805. Da allora hanno sfilato soltanto i dodici restanti Misteri raffiguranti Sant’Isidoro, San Crispino, San Gennaro, Abramo, Maria Maddalena, Sant’Antonio Abate, l’Immacolata Concezione, San Leonardo, San Rocco, San Michele, San Nicola e la Vergine Assunta. Nel 1959 i cugini Tucci realizzarono un tredicesimo Mistero, il Ss Cuore di Gesù: sembra che il disegno su cui si basarono fosse proprio del Di Zinno, che probabilmente era intenzionato a creare un ulteriore Mistero che da qualche decennio accompagna gli altri. Ad aprire la processione della giornata campobassana del Corpus Domini sono i Misteri di Sant’Isidoro e San Crispino, rispettivamente protettore dei contadini e dei calzolai, in ricordo delle Faglie che in passato i coloni e gli artigiani costruivano come ringraziamento a Dio per l’anno trascorso e che tutt’ora vengono messe in scena in tipiche rappresentazioni qua e là nel Sannio pentro ma anche beneventano. Alla fine della manifestazione, dal palazzo comunale l’arcivescovo metropolita di Campobasso – Bojano impartisce la benedizione ai Misteri.

Rappresentazione di diavoli, foto di copertina di G. Falasca

Nel febbraio del 1997 nacque l’Associazione Misteri e Tradizioni, supportata una forte richiesta dei cittadini che volevano tutelare il patrimonio storico culturale dei Misteri. Grazie alla loro tenacia, l 7 ottobre 2006 fu inaugurato il Museo dei Misteri, giusta decisione che rende omaggio all’estro e all’ingegno del Di Zinno. Un corpo museale che oggi è il più visitato dell’intero Molise. Situato nel centro della città, esso espone le strutture e i costumi che caratterizzano la manifestazione folkloristica che viene seguita da migliaia di turisti di provenienza regionale, nazionale ed estera. Il museo offre ai visitatori due sale espositive e una sala proiezioni. In esso è possibile ammirare, oltre alle tredici strutture protagoniste dei quadri scenici, costumi d’epoca e antiche fotografie che testimoniano le sacre rappresentazioni degli anni passati, ma anche i cataloghi dei personaggi più conosciuti che hanno animato la sfilata negli ultimi decenni. Nella sala proiezione è possibile visionare filmati di alcune manifestazioni passate, i quali mostrano anche qualche dietro le quinte delle rappresentazioni, nella stessa atmosfera conservatasi nel tempo ricca di fascino, amore e fede che ingloba queste surreali visioni che sembrano aleggiare nel vuoto









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