Fiorenza Ceniccola: “Le pensioni sociali costringono i nostri nonni a sopravvivere”

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Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola, ConsigliereComunale e Coordinatrice Forza Italia Giovani – Benevento 

Sabato 2 ottobre è stata celebrata la “Festa dei nonni” che rappresentano un patrimonio straordinario che non dobbiamo e non vogliamo disperdere (per dirla con il Presidente Mattarella) e nel rinnovare i miei più affettuosi auguri a tutti i nonni d’Italia   l’occasione è buona per ribadire al Presidente Prof. Mario Draghi la necessità  di far approvare una legge per aumentare le pensioni sociali che, attualmente, costringono i nostri nonni a “sopravvivere” e/o “mendicare” davanti alle mense della Caritas o nelle case dei propri figli.

Inoltre, a tutti coloro che, nei giorni scorsi mi hanno “interrogata” per sapere come si potrebbe garantire la copertura finanziaria a questa  proposta di adeguamento delle pensioni minime (da 1 milione di lire al mese deciso dal Presidente Berlusconi a 1.000 euro mensili) per garantire una vita dignitosa ai nostri nonni che hanno patito la guerra, sofferto il dopoguerra  e conosciuto le difficoltà di ogni genere, rispondo con due semplici domande:

  • dove furono trovati, circa 40 anni orsono, i soldi necessari per garantire una pensione “retributiva” a migliaia e migliaia di giovani donzelle e baldi giovanotti ( i cosiddetti baby pensionati che ci costano 10 miliardi di euro l’anno) e che, ancora oggi, si recano ogni mese presso gli uffici postali per riscuotere la meritata (sic) pensione?
  • i 7 miliardi di euro che, da circa 3 anni, si spendono per garantire la “pensione di cittadinanza” a tanti malavitosi e a tanti scansafatiche di professione (da non confondere con il cosiddetto Reddito di reinserimento che, a mio avviso, andrebbe reintrodotto)   non possono essere usati per garantire la realizzazione di questa proposta che ha l’unico scopo di tenere unito il nostro futuro con il nostro passato?

Un “nonno” testimonia il passato, il presente e il futuro lasciando ai giovani un’eredità preziosa, oltre a un vuoto incolmabile in famiglia e nella società e, per questo motivo, merita di più e di meglio a prescindere dai contributi versati.









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