L’Eolico selvaggio è incompatibile anche con l’ambiente del Matese meridionale.

postato in: Notizie dal Sannio | 0
Condividi articolo

NATURA, PAESAGGIO E TRADIZIONI VIA AL PARCO NAZIONALE DEL MATESE. “I Comuni Sanniti coinvolti nell’importante Programma di sviluppo sono Pietraroja, Cusano Mutri, Sassinoro, Cerreto Sannita, San Lupo, Pontelandolfo, San Lorenzello, Faicchio, Morcone, San Salvatore Telesino, Guardia Sanframondi e San Lorenzo Maggiore. Lo studio preliminare dell’I.S.P.R.A. ha evidenziato tutte le risorse paesaggistiche ed ambientali del Parco…”

Documento dell’Associazione culturale Togo Bozzi presso la #Consulta del #Matese. https://www.facebook.com/consultadelmatese/

Spett.le Presidente del Parco Regionale del Matese
Avv. Vincenzo Girfatti

p.c. Spett.le Dott.ssa Maria Carmela Giarratano
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Il territorio di San Lupo, rientrando al pari degli altri contesti territoriali del Matese Sud-orientale nell’ambito naturalistico della Rete Natura 2000, evidenzia molteplici vincoli normativi di rilievo ambientale, fra cui la nota V.I.N.C.A. Conseguentemente, l’area SIC non fa altro che ripercorrere il prezioso corridoio ecologico del Parco Nazionale del Matese.

#Rete Natura 2000
Natura 2000 vuole contrastare il degrado e perdita di habitat naturali e semi-naturali, così come contrastare il rischio di estinzione, cui sono esposte numerose specie a livello europeo. Il patrimonio naturale europeo con la sua varietà di habitat e specie deve essere protetto e conservato, considerando in parallelo anche fattori economici, sociali, culturali e regionali – non ultimo in considerazione del fatto che la biodiversità può dipendere spesso anche dal mantenimento di forme di gestione tradizionali del territorio.

L’attuazione di Natura 2000 è obbligatoria per tutti gli Stati membri e quindi anche per l’Italia. Contro gli Stati inadempienti possono essere aperte non solo procedure di infrazione ma anche comminate sanzioni o si può arrivare alla sospensione dell’erogazione dei fondi strutturali. La scelta dei siti più adeguati, in Italia, è stata delegata alle autorità competenti delle diverse regioni e province autonome. #Link https://youtu.be/qXNkw4x8hNs

APPROFONDIMENTI:

A ) L’AGRO SANLUPESE PRESENTA LA VULNERABILITA’ IDROGRAFICA PIU’ ALTA NEL COMPRENSORIO DEL MATESE SUD-ORIENTALE (Cfr. Documentazione ATO CALORE IRPINO);

B ) SAN LORENZO MAGGIORE, GUARDIA SANFRAMONDI, CERRETO SANNITA e CASALDUNI, che non ambiscono certo a diventare poli dell’industria pesante, subiranno gli stessi “DANNI EOLICI” di San Lupo (Cfr. Convenzione eolica);

C) VALUTAZIONE OPPORTUNA DELLA CARTA NAZIONALE DEL PAESAGGIO.

Guardia Sanframondi, giovedì 31 gennaio 2019
(PEC 04,15).

Allegato A

L’AREA GUARDIESE NEL PARCO NAZIONALE DEL MATESE.

1) il Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi approvò, con votazione unanime e lungimirante, l’adesione al Progetto legislativo riguardante il Parco Nazionale del Matese. Una scelta corretta che, oltre ad onorare il legame storico della cultura guardiese con la Montagna Sacra del Sannio, tenne nel giusto conto la difesa produttiva delle Colline Guardiesi. In effetti, il Comprensorio, pur ricadendo nelle antiche ed incontaminate comunalità di Guardia, San Lupo, San Lorenzo Maggiore, Casalduni e Castelvenere, rischia di subire gli effetti negativi delle programmazioni eoliche (cfr. Atto deliberativo, ottobre 2015);

2) il territorio sanlupese è, senza alcun dubbio, interessato da cospicue circolazioni idriche sotterranee. In questo senso, infatti, l’intera area del Matese meridionale è posta al raccordo tra i rilievi montuosi e la fascia collinare pedemontana. Ad ogni modo, il bacino territoriale è rappresentato dai sedimenti carbonatici mesozoici caratterizzati da una elevata permeabilità per fratturazione. Questo reticolo idrografico ortoclinale sostanzia la tipologia produttiva dell’agricoltura tradizionale (cfr. Atto cartografico dell’A.T.O. Calore Irpino);

3) la suindicata programmazione eolica interferisce chiaramente, nello stretto ambito sanlupese, con il Bacino Imbrifero del Matese meridionale (cfr. fragilità carsica del territorio);

4) ciononostante il bacino idrografico più rilevante e delicato del Matese Sud-Orientale rischia di subire la dannosa interferenza eolica nell’area carsica. Eppure la documentazione dell’ATO Calore Irpino sottolinea implicitamente il giusto principio della precauzione;

5) la Delibera della Giunta Regionale n. 533 del 04/10/2016 rimarca, peraltro, l’importanza di continuare a sostenere congiuntamente la politica dell’aggregazione territoriale e la sostenibilità dell’economia produttiva. Il principio di salvaguardia, in particolare, evidenzia testualmente che, ai fini del concreto perseguimento degli obiettivi di cui innanzi, si rende necessario evitare ulteriore compromissione dei tratti identitari del territorio “di pregio paesaggistico in quanto testimonianza della tradizione agricola della regione” ai sensi della lettera e) del comma 1 dell’art. 15 della legge regionale 6/2016″. Conseguentemente, il suindicato atto afferma che sono da considerarsi intensivi gli insediamenti che superano, su base comunale, di almeno 5 volte la media regionale dell’energia installata in rapporto alla superficie;

6) la realtà vitivinicola guardiese è stata premiata sul piano europeo per la sua dinamicità imprenditoriale, non disgiunta dalla difesa intelligente degli aspetti naturalistici e paesaggistici (cfr. Città del Vino 2019);

7) i Tecnici qualificati dell’Ispra hanno confermato l’esistenza di un corridoio naturalistico che, per un lato lega il territorio guardiese al cuore del Parco, per altri lati proietta l’area del Tammaro verso una prospettiva di crescita comunitaria;

8) la zona è presidiata dalla imponente fortificazione sannitica, dove Madre Natura ha scolpito due Morge, l’una chiamata da tempo immemorabile Uomo Morto, l’altra Leonessa che, per il Comune di Cerreto Sannita, rappresenta un fiore all’occhiello.

Per queste motivazioni, l’area guardiese fa parte naturalmente del Parco Nazionale del Matese.

Mercoledì 5 dicembre 2018

Allegato B

Le associazioni a difesa del territorio e dell’ambiente: Fronte Antieolico Sannita, Associazione culturale Togo Bozzi e i Comitati territoriali del Matese, in merito all’incresciosa “questione eolica” sul Matese, hanno indirizzato una lettera al Professor Gino Famiglietti, Direttore Generale del Ministero Dei Beni e Delle Attività Culturali e Del Turismo, che pubblichiamo di seguito.

“Alla luce delle caratteristiche paesaggistiche, culturali e produttive dell’Antico Comprensorio appenninico – scrivono le Associazioni – abbiamo accolto fiduciosamente l’Istituzione del Parco Nazionale del Matese.

Il suindicato Parco rischia, tuttavia, di essere minato dagli sbandierati programmi energetici sic! I diritti collettivi, infatti, vengono mortificati di giorno in giorno nello stretto ambito beneventano, ignorando di fatto un provvedimento istitutivo nazionale. E’ del tutto evidente, dunque, che la situazione attuale non consente ai Comitati territoriali di avere accesso all’Istituto complesso della salvaguardia ambientale. Con ciò rileviamo, per coerenza civica, una evidente violazione della Carta Costituzionale che assicura l’accesso alla giustizia ed il diritto alla difesa quale diritto umano fondamentale e dunque spettante a tutti, senza distinzione di cittadinanza. Appaiono ugualmente violate, a nostro avviso, le norme contenute nella Convenzione Europea sul Paesaggio. Allo stesso tempo evidenziamo le seguenti emergenze ambientali:

Nell’ambito della proprietà collettiva si individua una viabilità pubblica, inquadrabile come vera e propria infrastruttura rurale di libero transito. In tal senso, la manutenzione dell’uso civico spetta alla Pubblica Amministrazione, salvo l’intervento dell’Amministrazione dei beni demaniali (Comunità collettiva). Ad ogni buona ragione, la cosiddetta viabilità di bosco incide profondamente sulla gestione produttiva dei Beni agro-pastorali. Tale rete infrastrutturale presenta numerosi collegamenti vicinali, al fine di ripercorrere sostanzialmente gli antichi nastri tratturali. In diversi casi, inoltre, evidenzia ancora oggi una caratterizzazione erbosa. Per queste ragioni trovano pieno riconoscimento, nell’ambito dell’Uso Civico, sia lo jus aquandi sia lo jus legnandi. Quanto scritto, infine, dimostra sul piano giurisprudenziale il carattere civico della Comunità collettiva (cfr. Legge Nazionale sugli Usi Civici);
La Soprintendenza di Caserta, d’altro canto, parla chiaramente di Tholos, Tratturi e rilievi storici unici (cfr. Una terza strada risaliva da Telesia le pendici delle colline allineate a continuare verso oriente il Matese, e rasentando Guardia Sanframondi, raggiungeva Pontelandolfo dove si innestava sulla viabilità che dal Sannio Pentro menava Beneventum. Questa strada probabilmente in epoca presillana attraversava e serviva nel tratto ad est di Telesia il territorio di Venusia, città indiziata dal toponimo Castelvenere, dall’etnico Vienneri = Vene rei, e da cenni di autori antichi. Era una comoda via per chi voleva raggiungere l’area di Morcone-Saepinum o l’Appia a valle di Beneventum – Prof. De Benedittis );
L’articolo 174 del Trattato Europeo stabilisce che la politica della Comunità in materia ambientale contribuisce, tra l’altro, a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della protezione della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e che essa dev’essere fondata sul principio della precauzione. L’articolo 6 del trattato stabilisce che le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente devono essere integrate nella definizione delle politiche e delle azioni comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile (cfr. Convenzione Europea);
L’area comprensoriale si colloca, oltretutto, in adiacenza al corridoio ecologico del Matese, unità lineare territoriale costituita dal bacino imbrifero più importante dell’Appennino Sannita”.
Alla luce di tali argomentazioni e della particolare condizione di vulnerabilità dei territori, le Associazioni si appellano al Direttore Generale del Ministero Dei Beni e Delle Attività Culturali e Del Turismo affinché prenda iniziative e vengano impartite agli Uffici competenti le opportune valutazioni ambientali.

Associazione culturale Togo Bozzi

APPROFONDIMENTI:

Prima il paesaggio, poi l’eolico: bocciati i progetti delle “torri” in provincia di Alessandria









Print Friendly, PDF & Email