Quando Hemingway incontrò la “Strega”, eccellenza a firma Alberti

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Nel suo primo romanzo, Fiesta, del 1926, Ernest Hemingway cita il famoso liquore beneventano Strega: “Presi una bottiglia di vino che mi tenesse compagnia. Era Château Margaux. Era piacevole bere lentamente, gustare il vino, ed essere soli a bere. Una bottiglia di vino tiene bene compagnia. Poi presi il caffè. Il cameriere mi raccomandò un liquore basco di nome Izzarra. Ne portò una bottiglia e ne versò un bicchierino. Disse che l’Izzarra si faceva coi fiori dei Pirenei. Aveva l’aspetto di brillantina e l’odore della Strega italiana. Io dissi al cameriere di portarsi via i fiori dei Pirenei e di portarmi un vieux marc. Era buona.”

Il libro racconta le vicende di un gruppo di amici, americani e britannici, residenti a Parigi. Il giornalista Jacob (Jake Barnes) è il protagonista del romanzo, personaggio immaginario dietro il quale si nasconde il narratore del romanzo Ernest Hemingway. Jake, espatriato, vive a Parigi negli anni ’20, lavorando come corrispondente di un giornale.

Nel 1922 Hemingway si trasferì a Parigi dove lavorò come corrispondente estero. Durante questo periodo incontrò scrittori tra cui Gertrude Stein, Ezra Pound e James Joyce che frequentavano la, libreria Shakespeare and Company, oggi divenuta famosa per essere stato il luogo dove si riuniva la “Lost Generation”, una comunità di artisti modernisti di varia provenienza per molti versi antesignani della “Beat Generation” sviluppatasi negli anni cinquanta negli Stati Uniti.

L’Izzarra che lo scrittore racconta avere “l’aspetto di brillantina e l’odore della Strega italiana” è un liquore ottenuto da un distillato composto da piante, spezie e 2 macerazioni, prugne e mordente di noci. Izzarra, che significa stella in basco , è una marca di liquore creata nel 1906 a Hendaye, nei Paesi Baschi, dal botanico e farmacista Joseph Grattau.

In un mio viaggio in Spagna, come accadde per Hemingway, mi fu proposto a fine pranzo un liquore il “Bonet” ottenuto dalla distillazione di frutti, fiori, rizomi ed erbe naturali in acquavite che il cameriere disse essere molto simile allo “Strega” e che ricordava il liquore in tutto e per tutto.

A Benevento, in mostra al museo “Spazio Strega” presso lo stabilimento di produzione Alberti si trovano oltre 400 bottiglie contraffatte provenienti da tutto il mondo, che testimoniano la popolarità del liquore che evoca nel nome l’antica leggenda che vuole la città di Benevento sede di Sabba e riti stregoneschi. La ricetta misteriosa dello Strega, secondo una diceria popolare, è composta da un’erba dal sapore ed odore particolari che cresce lungo le rive del fiume Sabato che farebbe della bevanda un liquore unico ed inimitabile.

Una delle imitazioni italiane più conosciute è “Il Galliano” un liquore prodotto per la prima volta nel 1896 dalla Distilleria Arturo Vaccari di Livorno ed oggi prodotto nei Paesi Bassi. Il liquore Galliano è un’infusione di diverse erbe e spezie tra cui anice, liquirizia e vaniglia, di colore giallo, ha aspetto e sapore simili al liquore Strega, per questo ritenuto, erroneamente, padre dello stesso, ma il Galliano è stato creato quasi quarant’anni dopo.

Nel 1860 Giuseppe Alberti, figlio di Carmine Vincenzo Alberti, diede inizio alla produzione. Il padre, nato a Napoli nel 1799, a seguito di attività cospirative venne imprigionato dai Borboni. In seguito si trasferì con la famiglia nel Sannio, all’epoca territorio pontificio, più tollerante verso gli ideali liberali. Giuseppe aprì a Benevento un Caffè nella piazza principale della città, che diventò punto d’incontro degli spiriti liberali.









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