
Ricordato come D-Day, termine che, nel gergo militare, indica l’inizio di una missione, a volte viene chiamato anche “Il giorno più lungo”
È un evento che ha fatto la storia, ricordato come D-Day, termine che, nel gergo militare, indica l’inizio di una missione. A volte viene chiamato anche “Il giorno più lungo”, come lo ribattezzò Erwin Rommel, il generale nazista a capo delle forze tedesche, in un discorso con un suo sottoposto. “Le prime ventiquattr’ore dell’invasione saranno decisive: per gli alleati, come per la Germania, quello sarà il giorno più lungo“.
Nel 1944 l’esercito tedesco aveva ancora quasi il pieno controllo della maggior parte dell’Europa, eccetto la parte più orientale, sotto il controllo dei russi. Stiamo parlando di una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate durante la seconda guerra mondiale per aprire un secondo fronte in Europa, dirigersi verso la Germania nazista e allo stesso tempo alleggerire il fronte orientale, sul quale da tre anni l’Armata Rossa stava sostenendo un aspro conflitto contro i tedeschi. Un piano di invasione ribattezzato Overlord che cominciò con l’operazione Neptune all’alba del 6 giugno 1944.
In pochissime ore arrivarono in Normandia migliaia di navi tra cui un centinaio di cacciatorpedinieri e mezzi anfibi, e sbarcarono 130mila soldati che non approdarono tutti nello stesso punto, ma su diverse postazioni: Utah, Sword, Juno e Gold, per confondere le truppe tedesche e disperdere le loro energie, contando anche sull’aiuto della flotta aerea che sganciò migliaia di bombe. Un’operazione che cambio, in seguito, la storia e gli eventi. Migliaia di persone ferite, migliaia uccise.